Homepage

Giovanni De Feo, L’isola dei liombruni. Dimenticatevi Peter Pan: il desiderio di una perenne infanzia non è mai stato così pericoloso…

14 commenti

GIOVANNI DE FEO

L’ISOLA DEI LIOMBRUNI

FAZI, 2011

Ci sono delle leggi, sull’isola. Leggi semplici e spietate come i giochi dei bambini. Dicono che tutto ciò che si sogna è reale; che le parole “mamma” e “papà” sono proibite; che gli Alti sono nemici e che nessuno può uccidere i liombruni. Sono leggi da rispettare con un segreto brivido di paura, come quello che scuote dal sonno Smiccio e Zenzero, all’alba del loro quattordicesimo compleanno. Un’amicizia fraterna li lega, insieme al presentimento che quella non sarà una giornata come le altre. Sono loro, quella mattina, a intravedere una figura furtiva tra i vicoli del paese. Un Alto. Inizia il gioco feroce dell’inseguimento, finché il fuggiasco non viene raggiunto. E un attimo dopo ucciso. Gli Alti non sono che gli adulti, sopravvissuti alla notte di violenza della Carnara. Questa è l’isola dei liombruni, i cui sentieri si snodano insieme alle intricate profezie delle Sibille, e le vite si piegano al volere capriccioso degli Scalzi, misteriosi ragazzi dai piedi di vetro, padroni indiscussi di ombre e vento, nuvole e sabbia…

Rispondi