Stefano Benni: “Di tutte le ricchezze”. La nuova vita di Martin, un vecchio professore universitario che decide di ritirarsi in campagna.
Martin è un maturo professore e poeta che si è ritirato a vivere ai margini di un bosco: è una nuova stagione della vita, vissuta con consapevolezza e arricchita dai ricordi e dalle conversazioni che Martin intrattiene con il cane Ombra e con molti altri animali bizzarri e filosofi. In questa solitudine coltiva la sua passione di studioso per la poesia giocosa e per il Catena, un misterioso poeta locale morto in manicomio. Questa tranquillità, che nasconde però strani segreti, è turbata dall’arrivo di una coppia che viene a vivere in un casale vicino: un mercante d’arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. L’apparizione di Michelle, simile a una donna conosciuta da Martin nel passato, gonfia di vento, pensieri e speranze i giorni del buon vecchio professore. Il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un’alba. Martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà.
“Non è un noir
Ma ci sono misteri.
Non è un mommy porn
Ma si tromba.
Non è un libro di cucina
Ma c’è la ricetta degli Spaghetti Separati in Casa.
Non c’è dentro un commissario siciliano né un investigatore scandinavo, non ci sono donne tagliate a pezzi, renne sodomizzate, non ci sono scene sadomaso, non c’è il sacro Graal, non è scritto da un americano che mette sangue in ogni pagina mentre si abboffa di ketchup, non c’è un serial-killer che manda messaggi criptati scritti col midollo spinale delle vittime, ma c’è un tasso assassino, un fantasma spaventoso ed è pieno di colpi di scena.
Non ci sono risate registrate e finte, ma forse qualcuna vera.
Quindi ora sapete cosa non è, e cosa forse è, l’unico modo per risolvere il dubbio è leggerlo.
Se non lo leggerete, attenti alla vendetta del fantasma.”
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