“Wabi-Sabi. 12 Variazioni sul tema”: da sabato 17 novembre in Biblioteca una mostra ed un calendario dedicati alla bellezza
Cooperativa Samarcanda, Cooperativa Cosmo Sociale, Casa Alice Dalli Cani e la Rete di inclusione sociale di Vicenza e provincia con il patrocinio del Comune di Arzignano presentano: Wabi-Sabi. 12 variazioni sul tema. Un calendario ed una mostra fotografica dedicata alla “bellezza triste”
Wabi-Sabi. 12 Variazioni sul tema” è il titolo della prima edizione del Calendario della Rete Provinciale di Inclusione Sociale che, su iniziativa di Cooperativa Samarcanda, ha coinvolto in una serie di laboratori sensoriali, fotografici e poetici, più di trenta ospiti dei centri di accoglienza di Arzignano (Casa Alice Dalli Cani), Vicenza (Casa San Martino della Caritas Diocesana, Albergo Cittadino), Bassano del Grappa (Casa San Francesco), Schio (Casa Bakhita), e Valdagno (Asilo Notturno Mulini d’Agno
La creatività è sfociata nella costruzione di testi poetici ispirati ai tradizionali haiku giapponesi, che sono andati ad affiancare i ritratti degli ospiti, protagonisti di un servizio fotografico ispirato alla moda dei primi del ’900 e alla pittura di Tiziano e Antonello da Messina, e una serie di immagini di paesaggio Veneto colto con sensibilità orientale.
Il programma
Sabato 17 novembre ore 18.00, Biblioteca Comunale “Giulio Bedeschi” Arzignano:
- Presentazione del progetto e aperitivo di benvenuto
- Presentazione del docufilm “Wabi Sabi. Variazioni sul quotidiano”
- Presentazione del video “Wabi Sabi. Ciò che rimane”
- Mostra delle foto di back stage realizzate dai ragazzi del progetto Youth in Action
- Vinyl selection by JazzMotelcon buffet
La mostra rimarrà aperta fino al 5 dicembre
Wabi-sabi… per approfondire
Wabi-sabi costituisce una visione del mondo giapponese, fondata sull’accoglimento della transitorietà delle cose. Una traduzione molto semplice di wabi-sabi potrebbe essere bellezza triste. Un’ atra interpretazione possibile è “bellezza austera e, quasi malinconicamente, chiusa in sé”.
Wabi-Sabi è la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute.
Wabi-Sabi è la bellezza delle cose umili.
Wabi-Sabi è la bellezza delle cose insolite.
La lingua giapponese possiede un lessico per definire l’esperienza estetica che é, o dovrebbe essere, invidiato dal mondo occidentale. Queste parole non sono traducibili direttamente nelle lingue europee, ma offrono una varietà articolata di tipologie di bellezza a cui chiunque può avvicinarsi.
Il Wabi-Sabi è l’aspetto più evidente e caratteristico di quella che noi consideriamo la bellezza giapponese tradizionale e, nel pantheon giapponese dei valori estetici, occupa pressappoco lo stesso ruolo che noi occidentali attribuiamo agli ideali greci di bellezza e perfezione.
Wabi inteso come bellezza è umiltà, asimmetria e imperfezione, una bellezza fatta di disgregazione, di terra, foglie autunnali, erba nella siccità. Wabi dal punto di vista estetico è una connessione con il
mondo nella sua imperfezione, un modo di vedere l’imperfezione come incarnazione stessa della bellezza.
Sabi significa solitudine, sia come stato di isolamento personale sia come povertà di oggetti. L’arte giapponese della composizione floreale, l’ikebana, per esempio, può essere Sabi in confronto allo stile occidentale, perché dispiega un’estrema economia di mezzi, magari solo un paio di steli, e pone altrettanta enfasi in un ramo o in una foglia o in un fiore. Sabi è calma e isolamento, una malinconia che è una delle principali risorse che l’uomo ha della bellezza.
Wabi-Sabi è la bellezza delle cose appassite, erose, ossidate, graffiate, intime, ruvide, terrose, evanescenti, incerte, transitorie.
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