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Ibridazioni industriali: in Biblioteca una mostra di progetti elaborati dagli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università IUAV

10 commenti

IBRIDAZIONI INDUSTRIALI

Biblioteca “G. Bedeschi”

22 maggio – 8 giugno 2013

Mostra dei progetti elaborati dagli studenti  del corso di Progettazione Urbanistica 1

Facoltà di Architettura dell’Università IUAV di Venezia

condotto dal prof. Enrico Fontanari e dal prof Andres Holguin.

Manifesto IUAV

IBRIDAZIONI INDUSTRIALI

Mostra di progetti per la zona industriale di Arzignano

 

La notevole crescita di aree industriali nella pianura veneta, veloce e diffusa ma priva – da un punto di vista urbanistico e architettonico – di una vera progettualità, rappresenta oggi un problema largamente avvertito. Un problema legato alla scarsa qualità architettonica dei manufatti e degli  spazi di pertinenza, alla criticità dell’assetto urbanistico e delle relazioni territoriali, ai negativi impatti ambientali.

In queste aree, però, stiamo anche assistendo all’insorgere di nuove modalità di lavoro, un fenomeno che interessa tutto il sistema di produzione europeo, che sta subendo un profondo cambiamento: si tende alla dismissione della produzione fisica di materiali ed oggetti e si investe nella produzione immateriale di idee, progetti, servizi.

Questa nuova concezione dell’organizzazione del lavoro, basata più sull’incrocio d’idee che sulla filiera produttiva,  interessa anche i distretti industriali attivi come quello della concia e comporta nuove necessità di organizzazione spaziale e territoriale. Per i luoghi del lavoro diviene sempre più importante la relazione con l’intorno, vi è una sorta di riscoperta dell’utilità di condivisione dello spazio, di prossimità ad altre funzioni di carattere più urbano. Diventa così realistica la possibilità di trasformare i luoghi della produzione in spazi che, sfruttando le nuove forme del lavoro, permettono una loro integrazione nel tessuto territoriale come nuove parti di città, non più isolate e separate, segregate dal resto del territorio.

La mostra presenta una serie di progetti elaborati dagli studenti dell’Università IUAV di Venezia che, tenendo conto di questo scenario, si sono posti il problema di capire quali nuove opportunità di trasformazione queste presenze industriali offrono in termini di riqualificazione urbana e territoriale, di risposta a domande di nuova qualità residenziale e nuove attività. Le zone produttive non sono più viste come  semplici aggregazioni di capannoni industriali ma come vere e proprie città dotate di laboratori, centri studi, spazi di relazione con il pubblico e con il paesaggio. Con i progetti elaborati si è voluto sperimentare  l’avvio di un virtuoso processo di “ibridazione” tra diverse realtà funzionali, superando definitivamente le rigide compartimentazioni prodotte dalla vecchia prassi dello zoning urbanistico.

L’esercizio progettuale ha riguardato la zona industriale di Arzignano, tenendo conto in particolare delle sue relazioni con i centri abitati e delle nuove realtà sociali presenti nel mondo produttivo.

I progetti elaborati propongono, nel loro insieme, la costruzione di un nuovo sistema urbanistico, caratterizzato da una forte componente ecologica, funzionale, sociale ed estetica. Vengono proposte una diversa gestione delle acque meteoriche, la riconversione in parchi urbani delle ex-discariche bonificate, l’inserimento di una rete di percorsi ciclabili e pedonali connessi al sistema degli argini lungo i corsi d’acqua e alle aree residenziali, la creazione di nuovi servizi collettivi quali asili, mense, biblioteche, scuole specializzate, una nuova rete di vie alberate e l’inserimento di orti urbani. Il criterio della sostenibilità (ambientale, economica e sociale) ha guidato il programma di integrazione del comparto produttivo nel sistema urbanistico e paesaggistico esistente.

Si è tentato, in sintesi, di elaborare un nuovo progetto di territorio per Arzignano, più efficace nel creare una sinergia tra le diverse realtà costruite che costellano queste zone. Un progetto nel quale il grande patrimonio di aree industriali trovi una ricollocazione e un nuovo senso, un nuovo ciclo di vita.

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  1. angela molinari scrive:

    Buongiorno, mi sembra un’iniziativa molto interessante. Purtroppo non sono riuscita a partecipare, è possibile conoscere i risultati? Grazie, Angela Molinari, POLITECNICO DI TORINO

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