Teatro inArzignano: rassegna teatrale di prosa 2019/2020.
Teatro inArzignano
RASSEGNA TEATRALE DI PROSA 2019/20
Scarica QUI il libretto del teatro inArzignano 19-20
Tutti gli spettacoli si terranno presso il
TEATRO MATTARELLO
di Arzignano
Cari Spettatori,
l’Amministrazione comunale di Arzignano è orgogliosa di presentare la Stagione teatrale di prosa 2019/2020, che compie 20 anni. Il teatro è un grande contenitore di valore: storico, sociale, culturale. La fortuna della Città di Arzignano è quella di avere un pubblico attento alle proposte teatrali, una passione che è patrimonio cittadino di tutti. E la splendida cornice del teatro Mattarello ci offre uno spazio d’eccellenza. Quest’anno abbiamo voluto proporre una stagione che punta a coinvolgere un pubblico trasversale, con attori e registi di primo piano, in grado di presentare spettacoli coinvolgenti ed entusiasmanti.
Vi proporremo testi di Pirandello, Simenon, Moliere, De Filippo, attrici e attori che il pubblico ama e che non deluderanno, otto spettacoli da non dimenticare, un programma certamente di qualità. Incontreremo di nuovo Giulio Scarpati e Valeria Solerino, potremo ammirare Fabio Troiano e Irene Ferri, Ettore Bassi sarà il Prof. Keating de L’attimo fuggente, troveremo Gianfelice Imparato, Giuseppe Zeno e Vinicio Marchioni, sorrideremo con Riccardo Rossi e ci emozioneremo con le acrobazie dei “Black blues brothers”. Fuori abbonamento, per il mese di dicembre, il tradizionale concerto sinfonico con l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta dal Maestro Carlo Tenan con musiche di W.A. Mozart e L.v. Beethoven. La rassegna è curata ancora una volta dall’Assessorato alla Cultura di Arzignano, con la collaborazione del Circuito Teatrale Arteven e dell’Associazione Theama, supportata dai nostri fedeli e appassionati sponsor.
Vi aspettiamo a teatro, per condividere nuove emozioni.
Il Sindaco Alessia Bevilacqua
L’Assessore alla Cultura Giovanni Fracasso
IL PROGRAMMA
29 NOVEMBRE, VENERDI’
MISANTROPO
di Molière
traduzione di Cesare Garboli
regia Nora Venturini
con Giulio Scarpati e Valeria Solarino
e con Blas Roca Rey Anna Ferraioli, Matteo Quinzi, Federica Zacchia, Mauro Lamanna, Matteo Cecchi
scena Luigi Ferrigno
costumi: Marianna Carbone
luci: Raffaele Perin
Musiche: Marco Schiavoni
Durata 1h 40’ atto unico senza intervallo – ore 21.00
“Il Misantropo è la storia di un uomo che vuole avere un incontro decisivo con la donna che ama e che alla fine di un’intera giornata non ci è ancora riuscito.”
Le parole con cui Louis Jouvet, grande uomo di teatro, riassumeva il capolavoro di Molière, lette per la prima volta mi fecero sorridere per la loro evidente ironia. In realtà colgono un elemento importante dell’opera, spesso trascurato a favore del tema politico dell’uomo onesto e sincero in lotta contro la corruzione e l’ipocrisia della società. In questo capolavoro sempre in equilibrio tra commedia e tragedia, l’aspetto privato del tormento amoroso è dal punto di vista teatrale altrettanto interessante di quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e ce lo rende sempre attuale a distanza di secoli. Nella sua urgenza di chiarirsi con Célimène, che gli sfugge e evita il confronto, spazzando via ogni ambiguità, Alceste è un personaggio
estremamente moderno, contraddittorio sino al parossismo. Un uomo cerebrale e indignato, una specie di anacoreta per il quale il Bene, l’Etica, sono
scelte assolute che non ammettono il minimo compromesso, rivendicate con furore nella scena della litigata con l’amico Filinto, che ho voluto in proscenio, a stretto contatto con il pubblico, quasi un prologo dello spettacolo. Ma Alceste è insieme un uomo profondamente passionale, carnale, un masochista dominato da un desiderio tirannico e insaziabile per una donna che è il suo opposto in tutto, visione del mondo, stile di vita, idea dei rapporti umani. Alceste è un uomo come noi: si indigna per ciò che desidera, soffre nella testa e nella carne, muovendosi in una società dove l’apparenza prevale sui valori. Lo stesso vale per Celimene, signora dei salotti, attorniata dalla sua corte mondana, che non vuole rinunciare a niente, né all’amore esclusivo di Alceste, né al gioco seduttivo con una schiera di pretendenti.
Proprio la loro incompatibilità è la molla che li spinge l’uno verso l’altra.
Tragici e comici insieme, Alceste e Celimene sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi. Sono un uomo e una donna di oggi, con torti e ragioni equamente distribuiti, protervi nel non cedere alle richieste dell’altro, attaccati tenacemente alle proprie scelte di vita, in perenne conflitto tra loro. Alceste e Celimene sono i protagonisti di una commedia amara, in cui non è previsto l’happy end. Attorno a loro si muove un carosello di tipi umani: il politico con velleità da scrittore, i giovani bene, vanesi e modaioli, la dama di carità, ipocrita e bigotta; parodie attualissime dei vizi e dei difetti dell’alta società di ieri, di oggi e di domani.
Nei loro difetti possiamo ritrovarci e riconoscerci; e ne ridiamo, guardandoci allo specchio. E un grande specchio incombe sulla scena, il teatrino- salotto di Celimene, dietro le cui tende intravediamo la compagnia prepararsi per la rappresentazione. Nello spettacolo il mondo contemporaneo irrompe nell’antichità classica, la realtà nella finzione, e lo spettatore può vedere riflessi, nella superficie antica, gli slanci e le idiosincrasie che sperimenta ogni giorno.
Nora Venturini
13 DICEMBRE, VENERDÌ
LA CAMERA AZZURRA
di Georges Simenon adattamento teatrale
Letizia Russo
con Fabio Troiano, Irene Ferri, Giulia Maulucci e Mattia Fabris
regia Serena Sinigaglia
assistenti alla regia Sandra Zoccolan e Giulia Dietrich
scenografia Maria Spazzi
costumi Erika Carretta
disegno luci Alessandro Verazzi
produzione Nidodiragno/Coop CMC Sara Novarese
durata 1h 30’ senza intervallo – ore 21.00
La penna inesauribile di Georges Simenon ci regala una storia permeata di eros e di noir che per la prima volta approda a teatro.
“La camera azzurra” (La chambre bleue) romanzo pubblicato nel 1963 e fortunato film di e con Mattieu Amalric (2014), è una vicenda archetipica ove si mescolano sensualità, paura, pettegolezzo, omertà, tradimento e moralismo nello scenario di una provincia francese retriva e giudicante. La storia, che coinvolge quattro volti sulla scena, è quella di due amanti, Tony e Andreè, ex compagni di scuola oggi quarantenni ed entrambi sposati, che si incontrano nella camera azzurra per dare sfogo alla propria passione irrefrenabile. Sono loro a ritrovarsi tempo dopo separati in un’aula di tribunale accusati di aver commesso crimini efferati, l’eliminazione di entrambi i coniugi con modalità diaboliche. L’interrogatorio cui vengono sottoposti per svelare la verità e rispondere alla sete di giustizia forcaiola della comunità diventa l’occasione per svelare non solo i meccanismi noiristici, ma per condurre un’indagine sull’umano, straordinaria quanto necessaria.
Scrive la regista Serena Sinigaglia: “Il giallo in sé è intrigante ma non è la parte più interessante del romanzo. La parte più interessante, a mio avviso, è lo scandaglio sull’umano, sui suoi istinti più profondi e segreti. È l’erotismo che vi circola, è l’eterno conflitto tra passione e ordine. La passione degli amanti, l’ordine della famiglia. Due tensioni umane che appaiono difficili da conciliare, sempre. E poi il protagonista è come avvolto in una nebbia, a tratti sembra lo straniero di Camus, quasi “idiota” di fronte alla sua stessa sciagura, atarassico e annebbiato, costantemente confuso e distratto. In lui i confini della coscienza, intesa come consapevolezza, sono fragili e labili, come se si lasciasse agire dalla vita e nient’altro, un ospite occasionale di un’esistenza finché morte non sopraggiunga: la ghigliottina per l’appunto. Quindi, ben al di là del giallo, diventa affascinante lavorare sul concetto di colpa e su chi ha plagiato chi: ha fatto tutto lei? L’hanno fatto assieme? Ha fatto lei per suo marito, lui per sua moglie? Quel che è certo è che lui si è rovinato la vita”.
La strada scelta è proprio quella dell’interrogatorio come luogo drammaturgico in cui si snoda il racconto e da cui si aprono e chiudono frammenti di realtà come flashback della storia. A guidare il confronto tra i personaggi un commissario ossessionato dalla risoluzione del caso, un poliziotto che conosce e vive in quell’ambiente di provincia asfittico, lui stesso parte di quella comunità chiusa e giudicante della quale, forse, è anche lui vittima e carnefice.
8 GENNAIO, MERCOLEDÌ
L’ATTIMO FUGGENTE
con Ettore Bassi
nel ruolo del prof. Keating
regia di Marco Iacomelli
e con
Mimmo Chianese (Paul Nolan),
Marco Massari (Sig. Perry),
Matteo Vignati (Neil Perry),
Alessio Ruzzante (Todd Anderson),
Matteo Napoletano (Charlie Dalton),
Matteo Sangalli (Knox Overstreet),
Leonardo Larini (Richard Cameron),
Edoardo Tagliaferri (Steven Meeks),
Sara Giacci (Chris)
durata 1h 30’ atto unico senza intervallo – ore 21.00
Nel 1959 l’insegnate di letteratura John Keating viene trasferito al collegio maschile “Welton”. John è un professore molto diverso dai soliti insegnanti: vuole che i ragazzi acquisiscano i veri valori della vita, insegnando loro a vivere momento per momento, perché ogni secondo che passa è un secondo che non tornerà mai più. Cogliere l’attimo è ciò che veramente conta, e vivere senza rimpianti. L’entusiasmo di Keating conquista lo studente Neil Perry componente della setta segreta “I poeti estinti” di cui fa parte anche Charlie Dalton.
Quest’ultimo inserisce nel giornale scolastico la richiesta di ammettere anche le ragazze nel collegio maschile, destando l’ira del presideNolan e venendo punito. Nel frattempo Perry, seguendo la filosofia del professore, si dedica al teatro, la sua vera passione. Il padre di Neil non accetta che il figlio si dedichi a un’attività che possa distrarlo dagli studi ed esige che il ragazzo lasci immediatamente la compagnia. Neil disobbedisce debuttando sul
palco e strappando grandi applausi grazie al suo talento. Il padre, furioso, riporta il figlio a casa avvertendolo che lo avrebbe iscritto a un’accademia militare e che avrebbe studiato per diventare medico. Neil, disperato, prende la pistola del genitore e si suicida. La tragedia induce il preside Nolan a espellere il professor Keating per aver spinto il ragazzo a inseguire i suoi sogni, contrari a quelli del padre. L’intera classe di Keating dà l’addio al professore, salutandolo in piedi sui banchi con “O capitano! Mio capitano!”.
L’Attimo Fuggente è una storia d’Amore. Amore per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Quell’Amore che ci fa aiutare il prossimo a eccellere, non secondo i dettami sociali strutturati e imposti ma seguendo le proprie passioni, pulsioni, slanci magnifici e talvolta irrazionali. Seguendo quegli Yawp che spingono un uomo a lottare per conquistare la donna amata, a compiere imprese per raggiungere i tetti del mondo, a combattere per la giustizia
con la non violenza. Tom Schulman ha scritto una straordinaria storia di legami, di relazioni e di incontri che cambiano gli uomini nel profondo. L’Attimo Fuggente rappresenta ancora oggi, a trent’anni dal debutto cinematografico, una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo. Portare sulla scena la storia dei giovani studenti della Welton Academy e del loro incontro col il professor Keating significa dare nuova vita a questi legami, rinnovando quella esperienza in chi ha forte la memoria della pellicola cinematografica e facendola scoprire a quelle nuove generazioni che, forse, non hanno ancora visto questa storia raccontata sul grande schermo e ancora non sanno “che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso”.
Marco Iacomelli
30 GENNAIO, GIOVEDÌ
THE BLACK BLUES BROTHERS
durata 1h 10’ atto unico senza intervallo – ore 21.00
conThe Black Blues Brothers
Uno spettacolo acrobatico comico musicale scritto e diretto da Alexander Sunny
Con Ali Salim Mwakasidi, Bilal Musa Huka, Hamisi Ali Pati, Rashid Amini Kulembwa e Seif Mohamed Mlevi
Coreografie Electra Preisner e Ahara Bischoff
Scenografie Siegfried e Loredana Nones, Studiobazart
Light designer Andrew Broom
Direttore di palco Albert Lilfountain
Lo show è un’esclusiva mondiale della compagnia italiana Circo e dintorni
19 FEBBRAIO, MERCOLEDÌ
DITEGLI SEMPRE DI SÌ
di Eduardo De Filippo
con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
regia Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
aiuto regia Luca Bargagna
aiuto scene Sebastiana Di Gesu
aiuto costumi Pina Sorrentino
una produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della Toscana
durata 2h con intervallo – ore 21.00
È con grande emozione che mi accosto alla regia di un testo di Eduardo, raddoppiata dall’onore di dirigere la compagnia intestata a un grande amico e straordinario interprete: Luca De Filippo.
Ditegli sempre di sì è una commedia in bilico tra la pochade e un vago pirandellismo, un congegno bizzarro in cui Eduardo si applica a variare il tema della normalità e della follia, consegnando al personaggio di Michele Murri, il protagonista, i tratti araldici della sua magistrale leggerezza.
L’intreccio è di una semplicità disarmante e si direbbe che l’autore si sia programmaticamente nascosto dietro la sua evanescenza per dissimulare l’inquietudine, e la profondità, che vi stava insinuando. Come se ne avesse pudore, o paura.
Ecco la storia: un pazzo, erroneamente congedato come guarito dal manicomio che lo ha ospitato, torna a casa dalla sorella Teresa e inizia, lucidamente, furiosamente, a sperimentare, e stravolgere, gli effetti della cosiddetta normalità.
Il luogo dove siamo convocati è il tipico interno piccolo-borghese di Eduardo, il salottino, e subito diviene lo specchio scheggiato della follia del protagonista, l’antro in cui la sua mente può elaborare, manipolare, e distorcere, i ragionamenti e i sofismi di chi gli viene a tiro, scardinandone la fragilità e la vanità.
Sarebbe facile dire che Michele Murri ci è vicino, e affermare che il suo continuo attentare alla logica, il suo modo di vigilare sullo sguardo degli altri, il suo deviare continuo dal senso delle parole e delle intenzioni, assumendone la letteralità, è un filtro che, prima o poi, ognuno di noi ha temuto o desiderato.
Come sarebbe anche facile dire che Michele, come ogni pazzo che si rispetti, è un forsennato contestatore della vita e del suo senso.
La prima versione della commedia risale al 1925 e dunque è la prima volta che in un lavoro di Eduardo compare la follia. Nonostante il grande successo tributatole negli anni della compagnia Scarpetta e poi nelle stagioni del Teatro Umoristico, come altre commedie dei “giorni pari”, Ditegli sempre di sì a un certo punto venne messa da parte. Probabilmente, per attenuare, dopo la separazione artistica dei due fratelli De Filippo, il ricordo dell’interpretazione di Peppino nei panni di Luigi Strada, il personaggio dell’attore, lo studente pazzo di teatro. Come il Bernhard di Minetti, anche Eduardo crede infatti che il rapporto tra l’attore e la pazzia sia consustanziale all’arte drammatica. È da notare come, pur facendo molto ridere, a partire da certi anni, Ditegli sempre di sì sia stata sempre definita una “commedia dolorosa”.
Frutto di successive elaborazioni, e per un certo tempo, nel suo derivare dalla farsa scarpettiana, lasciata aperta all’improvvisazione, Eduardo provvide a darne una versione definitiva e italianizzata in occasione della sua regia televisiva del 1962, in cui, a mio parere, rivestendo ancora una volta i panni del protagonista, si produsse in una delle sue più grandi interpretazioni. Il tema della pazzia ha sempre offerto spunti comici o farseschi, ma di solito è giocato a rovescio, con un sano che si finge pazzo. Invece, in Ditegli sempre di sì il protagonista è realmente pazzo, da cui il dolore, e il senso di minaccia che pervadono l’opera.
Tra porte che si aprono e si chiudono, equivoci, fraintendimenti, menzogne, illusioni, bovarismi, lo spettatore si ritrova in un clima sospeso tra la surrealtà di Achille Campanile e un Pirandello finalmente privato della sua filosofia, irresistibilmente proiettato nel pastiche. Via via che si avvicina al finale, il fantasma delle apparenze assume in Ditegli sempre di sì un andamento beffardo, sino a sfiorare, nel brio del suo ambiguo e iperbolico disincanto, una forma spiazzante, la stessa che, anni dopo, il genio di Thomas Bernhard riassumerà in una scarna, e micidiale, domanda: “È una commedia? È una tragedia?”
Roberto Andò
3 MARZO, MARTEDÌ
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI LUIGI PIRANDELLO
drammaturgia Francesco M. Asselta, Michele Sinisi
regia Michele Sinisi
aiuto regia in scena Nicolò Valandro
con Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni D’addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Rosario Lisma, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Michele Sinisi, Adele Tirante
scene Federico Biancalani
assistente alle scene Elisa Zammarchi
direzione tecnica Rossano Siragusano
Produzione Elsinor Centro di produzione Teatrale
durata 1h 40’ atto unico senza intervallo – ore 21.00
Dopo Miseria&Nobiltà e I Promessi Sposi, Michele Sinisi affronta un altro grande classico della letteratura. Non solo italiana. Un testo cardine che ha lasciato un solco profondo nella storia del teatro di inizio ‘900. Sei personaggi in cerca d’autore è stato infatti per il teatro quello che la Teoria della Relatività di Einstein era stato per la fisica e la Psicanalisi Freudiana per le scienze comportamentali. Quando lo spettacolo debuttò nel 1921, al Teatro Valle di Roma, la platea contestò la pièce al grido: “Manicomio! Manicomio!”. Il pubblico si trovò di fronte a qualcosa di completamente inedito, un assalto alla forma del teatro borghese, una non-storia in cui a essere messi sotto indagine non erano solo il meccanismo teatrale e la creazione artistica, ma lo stesso rapporto tra realtà e finzione.
Nel tempo, però, i Sei Personaggi sono passati da essere una pietra di scandalo a testo “classico”, da matinée per le scuole, un pezzo da museo della letteratura italiana.
Mettere in scena questo testo oggi significa muoversi in una mediasfera dove il confine tra vita privata, storytelling, informazione e manipolazione
è sempre più labile. Senza contare che lo stesso concetto di “io” è profondamente mutato, moltiplicandosi e sfaccettandosi su tutti i nostri device e account social, in un’oscillazione continua tra realtà e rappresentazione. A quasi cento anni di distanza, Sei personaggi in cerca d’autore è ancora l’opera che meglio indaga il nostro rapporto tra vita e arte, reale e virtuale. Tra incursioni meta teatrali, prove aperte e nuovi ospiti ogni sera, l’opera di Pirandello è l’occasione per confrontarsi con la grande domanda: che cosa rimane dell’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale?
Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello – il nome dell’autore in questo allestimento è diventato parte del titolo – è uno spettacolo matrioska, se così si può dire, in cui il piano meta-teatrale già presente nel testo viene portato all’estremo generando un cortocircuitodove attori, personaggi e pubblico convivono e si mescolano in un happening unico e irripetibile ogni sera.
Ad ogni replica, infatti, fra gli attori del cast irromperanno sul palco altre persone/personaggi a sorpresa – protagonisti del panorama teatrale – che interpreteranno una scena dello spettacolo destinata poi ad essere riprodotta come in uno specchio riflesso all’infinito.
In un gioco di rifrazioni che userà ogni mezzo tecnologico a disposizione per ricreare il qui e ora dello spettacolo.
14 MARZO SABATO
I SOLITI IGNOTI
con Vinicio Marchioni e Giuseppe Zeno
e con Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi
adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli
dalla sceneggiatura di Mario Monicelli, Suso Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli
regia di Vinicio Marchioni
scene Luigi Ferrigno
costumi Milena Mancini
luci Giuseppe D’alterio
musiche Pino Marino
durata 2h circa in due atti con intervallo – ore 21.00
La commedia è la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia
italiana e non solo. Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell’ Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age e Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell’epoca lontana.
Il cast si avvarrà di attori di primo piano cresciuti alla lezione di quei mostri sacri della recitazione che sono stati Gassman, Mastroianni, Totò e gli altri attori del film. Uno spettacolo divertentissimo ed emozionante, assolutamente da non perdere.
7 APRILE, MARTEDÌ
W LE DONNE
uno spettacolo di Riccardo Rossi e Alberto Di Risio
con Riccardo Rossi
Regia di Cristiano D’Alisera
durata 1h 40’ atto unico senza intervallo – ore 21.00
La donna è la prima persona che conosciamo al mondo! Maschi o femmine è uguale: è sempre lei il nostro primo incontro. Ma se le bambine crescendo diverranno sempre più “colleghe” della madre (prima o poi faranno un figlio anche loro) i maschi si ritroveranno per tutta la vita a fare i conti con “quell’essere” che li ha generati. Ma i ruoli nel corso degli anni cambieranno, dopo la madre conosceranno la tata, la sorella, la nonna, la maestra, la fidanzata, la moglie, la figlia e così via, senza dimenticare ovviamente la più temuta: la suocera!
Grazie a tutti questi incontri con le donne nel corso della sua vita, all’uomo non resterà altro che fare l’unica cosa che non avrebbe mai voluto: crescere.
Riccardo Rossi ci racconterà tutti i dettagli di questo viaggio con la piena consapevolezza della loro schiacciante superiorità. Anche perché come diceva Groucho Marx: “Gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta…”.
7 DICEMBRE, SABATO
CONCERTO SINFONICO DI NATALE
fuori abbonamento – ore 21.00
Musiche di W.A. Mozart e L.v. Beethoven
W.A.Mozart Don Giovanni K 527 Ouverture (Andante – Allegro molto) Concerto in do minore K 491 n° 24 (Allegro – Larghetto – Allegretto)
L.v. Beethoven Sinfonia in mi b maggiore op. 55 n° 3 ‘Eroica’ (Allegro con brio – Adagio assai – Allegro vivace – Allegro molto)
Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Carlo Tenan
Pianista Antonio Camponogara
INGRESSO A PAGAMENTO
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ABBONAMENTI
PREVENDITE
Presso Biblioteca Civica G. Bedeschi.
CONFERMA DEL POSTO
Gli abbonati alla scorsa stagione potranno confermare il posto occupato a partire da
SABATO 26 OTTOBRE E FINO A GIOVEDI 31 OTTOBRE 2019.
La conferma potrà avvenire:
• di persona
• telefonando ai numeri 0444 476543 o 0444 476548
• via mail a cultura@comune.arzignano.vi.it
L’ufficio sarà disponibile per il ritiro degli abbonamenti confermati nei seguenti orari: SABATO 26 OTTOBRE dalle ore 9.00 alle ore 12.30
LUNEDÌ 28 OTTOBRE dalle ore 16.00 alle ore 18.00
MARTEDÌ 29, MERCOLEDÌ 30 e GIOVEDÌ 31 OTTOBRE dalle ore 9.00 alle ore 12.30
CAMBIO POSTO
Gli abbonati alla scorsa stagione che volessero cambiare il posto occupato in precedenza potranno farlo esclusivamente di persona presso l’Ufficio Cultura in Biblioteca:
• LUNEDI 4 NOVEMBRE
dalle ore 16.00 alle ore 18.00
• MARTEDI 5 E MERCOLEDI 6 NOVEMBRE
dalle ore 9.00 alle ore 12.30
NUOVI ABBONATI
da LUNEDÌ 11 NOVEMBRE e fino a VENERDÌ 22 NOVEMBRE saranno acquistabili le nuove tessere nei seguenti orari di apertura della biglietteria:
• lunedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00
• dal martedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30
BIGLIETTI
PREVENDITE
• Presso la Biblioteca Civica G. Bedeschi – Sportello Informacittà.
• online su arteven.it, vivaticket.it e nei punti vendita del circuito vivaticket
A partire da LUNEDÌ 25 NOVEMBRE saranno in vendita i biglietti per i singoli spettacoli nei seguenti giorni e orari:
dal LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE ORE 16.00 ALLE ORE 18.00
A partire dalle 20.30 del giorno dello spettacolo, i biglietti disponibili saranno in vendita presso la biglietteria del Teatro
HANNO DIRITTO AD ABBONAMENTI E BIGLIETTI RIDOTTI, ove previsti:
- adulti Over 65;
- iscritti al Centro ricreativo anziani
- iscritti all’Università Adulti Anziani
- iscritti alla Pro Loco di Arzignano
- iscritti alla F.I.T.A. (Federazione italiana Teatro Amatoriale)
- allievi dei corsi teatrali di Theama Teatro ad Arzignano
Le riduzioni non sono cumulabili e i tagliandi sono nominativi.
PREZZI
RASSEGNA TEATRALE DI PROSA
ABBONAMENTO 8 SPETTACOLI
Platea e gradinata centrale
Intero € 135,00
Ridotto € 125,00
Gradinata alta
Intero € 110,00
Ridotto € 105,00
Fuori abbonamento
Concerto sinfonico
Ingresso intero € 5,00
Ingresso ridotto: € 3,00
La riduzione si applica solamente agli studenti delle scuole secondarie di 1° grado ad indirizzo musicale dei plessi Zanella e Motterle.
BIGLIETTI SINGOLI
Platea e gradinata centrale
Intero € 24,00
Ridotto € 20,00
Gradinata alta
intero € 18,00
ridotto € 15,00
Speciale studenti € 12,00
GLI SPETTACOLI INIZIANO ALLE 21.00!
Si raccomanda al pubblico la massima puntualità. Non sarà più consentito alcun accesso in sala dopo le ore 21.00.
A spegnimento delle luci in sala, lo spettatore perde il diritto al posto acquistato.
È a disposizione un guardaroba gratuito.
È vietato introdurre in sala cibi e bevande.
Durante gli spettacoli è vietato usare telefoni cellulari, effettuare registrazioni audio e video e scattare fotografie.
Per informazioni
UFFICIO CULTURA
Tel. 0444 476543 – 476548
e-mail: cultura@comune.arzignano.vi.it
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