Palazzo Serpe
Lungo Corso Mazzini, poco a valle dell’incrocio con Via Cavour e pochi passi dopo il campanile del Duomo, si trova Palazzo Serpe.













Il complesso è un pregevole esempio di architettura urbana del ‘600, che risultava composto da edificio padronale, corte e rustico.
La facciata, come si può vedere dalle fotografie storiche, era caratterizzata da zoccolatura in pietra, portone centrale voltato, porte laterali e finestre architravate con balaustre in pietra al piano nobile e coronamento con fastigio, sculture e statue.
Il fastigio a volute porta due statue e altre due compongono acroteri “la cui fattura chiama direttamente in causa le officine valdostane” (Mantese).
Il palazzo è stato attribuito all’arch. Antonio Pizzocaro, nato a Montecchio Maggiore nel 1605, attivo in numerose fabbriche nella città di Vicenza in qualità di ingegnere e di architetto e come tale seguace di Vincenzo Scamozzi (Cevese); in amicizia con Girolamo Albanese e probabilmente con Francesco Maffei “il suo stile è asciutto da parer povero” (Puppi) e risulta caratterizzato da una mentalità da ingegnere.
Il complesso abitato in origine dalla nobile famiglia Serpe ha avuto limitate trasformazioni nel tempo con modeste espansioni edilizie nella corte consistenti nella realizzazione del corpo attualmente coperto a terrazzo.
L’immobile fu adibito in un secondo momento anche ad albergo – Due Mori – (“Cara Arzignano”) per diventare poi residenza con destinazione d’uso commerciale-direzionale.