Su mandato del presidente ATO e sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin, il Presidente di Acque del Chiampo Renzo Marcigaglia (il cui mandato scadrà il prossimo 6 luglio), con la volontà di fare chiarezza, e nella massima trasparenza risponde ai consiglieri di minoranza Gianfranco Signorin, Stefano Frighetto e Lorella Peretti, sorella del presidente sezione concia dell’associazione industriali.
I motivi del conferimento in Emilia Romagna
Relativamente alla questione smaltimento fanghi presso le discariche in Emilia Romagna,
Il presidente di Acque del Chiampo, geom. Renzo Marcigaglia illustra:
"Preciso che i fanghi da concia già con le precedenti amministrazioni venivano, in parte (circa 6000-8000 tonnellate/ anno), portati all’esterno per una serie di motivazioni:
– L’obiettivo è ovviamente allungare la vita della discarica 9 (ubicata nel comune di Arzignano e prevista in esaurimento entro 3 anni)
– Guadagnare del tempo prezioso per poter meglio studiare ed approfondire con la massima serenità, prudenza e minuziosità tutti gli aspetti tecnologici e di rispetto ambientale relativi all’impianto di trattamento termico dei fanghi.
Il conferimento è stato aggiudicato con gara Pubblica Europea con risparmio del 8-9%
Nell’ottica della massima trasparenza, si precisa inoltre che:
La discarica di Soliano al Rubicone, in Emilia Romagna, riceverà per i prossimi 6 anni, circa 15 mila tonnellate/anno di fanghi conciari; (circa il 60% della produzione totale annua che è di 25’000 tonnellate)
E’ stata ovviamente indetta una gara ad evidenza europea ed il prezzo – comprensivo di trasporto ed ecotassa – è di 109,653 euro a tonnellata, prezzo di assoluta convenienza rispetto ogni altro conferimento effettuato in precedenza dalle passata amministrazioni.
Nel 2008 infatti, il costo a tonnellata era circa 117 – 120 €/tn.
Pertanto, ad oggi c’è stata una dimuzione dei costi di conferimento di circa 8-9% alla tonnellata.
La gara è stata vinta da una società pubblica Emiliana, con trasporto fatto a loro cura e spese, e con totale e certo controllo nel trasporto stesso come nel conferimento.
Il conferimento presso la discarica di Medio Chiampo non è oggi possibile
Per quanto riguarda la discarica di Medio Chiampo, bisogna ricordare che la stessa, fino a pochissimo tempo fa era bloccata dall’autorità giudiziaria. Inoltre, nella recente autorizzazione Regionale che ne ha permesso la riapertura, non è stata prevista la messa in dimora dei fanghi prodotti da Arzignano, nonostante Acque del Chiampo avesse chiesto alla società Medio Chiampo di prevedere e richiedere la fattibilità di questa ipotesi. Pertanto, allo stato attuale, la discarica di Medio Chiampo non è autorizzata a ricevere i fanghi conciari arzignanesi. Ciò non toglie che se Medio Chiampo deciderà di farsi autorizzare per i fanghi di Arzignano, Acque del Chiampo potrà anche valutare l’ipotesi di portare una parte di fanghi in quella discarica; ma ad un prezzo ovviamente conveniente e che preveda un risparmio sul trasporto di almeno 30 euro.
Tariffe
La tariffa civile, sotto l’amministrazione Gentilin non ha mai subito aumenti.
Infine preciso che l’aumento del 4% sulla sola tariffa industriale , era stata discussa e concordata sia nell’Assemblea dei Sindaci sia nel Consiglio di Amministrazione di Acque del Chiampo, dove ricordo siedono ben due rappresentanti del mondo industriale conciario. Inoltre, era stata data adeguata comunicazione e motivazione al Presidente del Settore Concia Dott. Peretti Walter e ad un nutrito gruppo di industriali conciari, appositamente convocati. Deduco pertanto, che il settore concia forse necessita di qualche perfezionamento delle procedure di comunicazione interna.
Conclusioni
Sono comunque certo che l’ottimo prezzo spuntato con la società emiliana e la certezza della continuità del servizio (data la natura pubblica della società) ci diano buone garanzie e prospettive per il futuro.
Concludo dicendo che non ritengo ci siano litigiosità tra i sindaci: semplicemente una gran parte di loro (Crespadoro, Altissimo, San Piero M., Nogarole, Chiampo, Arzignano, Montorso, Zermghedo, Montebello, Gambellara e Lonigo) hanno industrie conciarie nel proprio territorio e perciò vive e sente il problema in un certo modo, un’altra parte no e quindi vede e considera altri aspetti.